Carrasegare, Carnevali di Sardegna di Lorenzo Cuccuru
Finalmente è in vendita il nuovo libro di Lorenzo Cuccuru, pittore autodidatta di Carbonia, che descrive, attraveso 50 tavole pittoriche, i più importanti e antichi carnevali della Sardegna. Le descrizioni che accompagnano le opere sono tradotte in 6 lingue: Sardo, Italiano, Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo.
Ho avuto il piacere di curare la riproduzione fotografica delle opere pubblicate e vi consiglio la lettura per la grande quantità di informazioni sul carnevale sardo oltre alle splendide immagini.
"Ormai viviamo in piena globalizzazione ed è normale che in tanti
paesi si senta il bisogno di riappropriarsi della propria identità. Mai
infatti come oggi la lingua e le tradizioni vengono rivalutate, sentite
come una necessità per non scomparire nel mare magnum del livellamento
culturale. Tante persone avvertono il bisogno di sentirsi se stesse,
entro un microcosmo ben definito. Il plurilinguismo, la televisione,
internet ci fanno sentire cosmopoliti, portandoci in tempo reale le
notizie dal mondo intero. Una realtà che pur avendo i suoi lati positivi
ne mostra uno estremamente negativo: ci spersonalizza perché viene meno
quella precisa connotazione che ci siamo portati dietro per decine di
secoli. Questo fenomeno, avvenuto troppo rapidamente, ci disorienta e
sotto un certo aspetto ci impoverisce. Da qui la reazione, il desiderio
di riaffermare una identità ben precisa, con un passato ricco di
tradizioni, di usi e costumi attraverso i quali si è formata la nostra
personalità. Per questo si sente il bisogno di un certo recupero. Alcuni
hanno ripreso a parlare e a scrivere in sardo, si rievoca e si
raccoglie quell’immaginario collettivo fatto di esseri fantastici e
tenebrosi e si riesumano le maschere tradizionali che nel passato erano
presenti in ogni paese. Molte sono state abbandonate da secoli e nella
maggior parte dei casi dimenticate. In alcune località se ne aveva un
vago ricordo per sentito dire dai nonni, in altri se ne era perduto
persino il nome. Soltanto pochi paesi, seguendo il filo del ricordo
tramandato, avevano saltuariamente continuato il mascheramento etnico
dei loro padri, altrove invece non se ne era più parlato ritenendo
l’usanza troppo retrò e in contrasto col “progresso” che avanzava a
grandi passi e nulla aveva a che vedere con maschere vestite di pelli e
munite di corna. Ma col tempo tante persone hanno compreso che
l’abbandono della lingua dei padri, dei canti popolari, delle feste
tradizionali e delle mascherate, per seguire modelli d’Oltralpe, portava
progressivamente ad un impoverimento della propria identità. Da qui la
necessità di tornare in una certa misura a “su connottu”, al recupero,
ove possibile, di feste e balli, e dunque anche al carnevale d’un tempo,
che da noi non era carnevale, ma “carrasegare”, termine assai diverso
per etimologia e significato. Carrasegare significa carne viva da
lacerare, specie quella umana. Il rito infatti si riferiva alle antiche
feste in onore di Dioniso, dio dell’ebbrezza e della vegetazione, datore
di pioggia alla terra assetata. Il nome di Dioniso Mainoles, come lo
chiamavano i Greci, in Sardegna si era corretto in Maimone, toponimo di
tante fonti e sorgenti, e con tale nome i Sardi hanno continuato a
chiamarlo legato alle maschere, specie quando ancora si sapeva che tale
travestimento si faceva per richiedere la pioggia e la fertilità e per
commemorare la passione e morte del dio smembrato e divorato dai titani.
Questo dio che ogni anno moriva e rinasceva con la vegetazione era
rappresentato da una vittima sacrificale che i suoi seguaci
strattonavano e pungolavano fino a rappresentarne la morte simbolica cui
faceva seguito la sua rinascita. Naturalmente, col tempo, sono avvenuti
degli adattamenti e ogni paese ha sintetizzato a modo suo quella che in
tempi lontani era la cerimonia più sentita nel mondo agropastorale, ove
si invocava il nome di Maimone per la sopravvivenza di uomini e
animali. Illustrando le maschere che in questi ultimi anni sono state
riesumate in numerosi paesi, Lorenzo Cuccuru, pittore e ricercatore, ha
fatto un’operazione culturale degna di encomio perché in modo chiaro e
sintetico ha fornito notizie essenziali sul loro ruolo, recuperandone i
nomi e gli atteggiamenti e raffigurandole nella loro forma attuale.
Lavoro utilissimo, a prescindere dal pregio artistico, per far conoscere
alla gente questo aspetto della nostra cultura che col passare degli
anni era stata quasi totalmente dimenticata.
Dolores Turchi"
Informazioni sull'autore:
Lorenzo Cuccuru nato a Pozzomaggiore (SS), vive ed opera a Carbonia (CI). Pittore autodidatta predilige la tecnica dell’olio a spatola con la quale ha realizzato anche le cinquanta tavole di questa opera. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive. Ha pubblicato nel 2011 il libro di immagini “Contos de foghile – Figure fantastiche della tradizione popolare sarda”.
Per contattare l'autore: cuccurulorenzo@tiscali.it
Formato cm 30×20,5 apertura ad album, pagine interne n. 112 + copertina, interno carta carta patinata da gr. 170 con stampa 4/4 colori, copertina morbida in cartoncino patinato satinato da gr. 300 con stampa 4/0 colori + plastificazione opaca fronte, confezione in brossura con cucitura filo refe, dorso quadro.
Ho avuto il piacere di curare la riproduzione fotografica delle opere pubblicate e vi consiglio la lettura per la grande quantità di informazioni sul carnevale sardo oltre alle splendide immagini.
Vi propongo la prefazione scritta dalla famosa studiosa Dolores Turchi:
Dolores Turchi"
Informazioni sull'autore:
Lorenzo Cuccuru nato a Pozzomaggiore (SS), vive ed opera a Carbonia (CI). Pittore autodidatta predilige la tecnica dell’olio a spatola con la quale ha realizzato anche le cinquanta tavole di questa opera. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive. Ha pubblicato nel 2011 il libro di immagini “Contos de foghile – Figure fantastiche della tradizione popolare sarda”.
Per contattare l'autore: cuccurulorenzo@tiscali.it
Formato cm 30×20,5 apertura ad album, pagine interne n. 112 + copertina, interno carta carta patinata da gr. 170 con stampa 4/4 colori, copertina morbida in cartoncino patinato satinato da gr. 300 con stampa 4/0 colori + plastificazione opaca fronte, confezione in brossura con cucitura filo refe, dorso quadro.
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